L’ennesimo capitolo di una saga che sarebbe dovuta concludersi almeno 4 capitoli prima, a discapito dei profitti.
Nel lontano 2006 in un’era videoludica dove la PlayStation 3 la faceva da padrona, un titolo di gran lunga più originale dei restanti sul mercato colpì l’attenzione di tutti, stiamo parlando del primo Assassin’s Creed con il leggendario Altaïr Ibn-La’Ahad. Fu l’inizio di una saga che ebbe dello scoinvolgente proprio per i temi che trattò, a partire da quelli scientifici, continuando per quelli storici e finendo ancor più pesantemente con temi cospirazionistici o meglio complottistici. Un kit per rendere una storia narrata completa in ogni senso.
Inizialmente doveva svilupparsi un nuovo capitolo del noto franchise del principe ma successivamente la produzione raggiunse un idea che avrebbe dato i natali ad un altro franchise degno di questo livello. Fu proprio Assassin’s Creed che prese di forza il controllo di Ubisoft concentrandone tutti gli sforzi quasi a rendersi il centro del suo universo, supportandolo con numerosi ester egg e cross-over come si è potuto vedere nel primo capitolo di Watch Dogs, dove il protagonista Alan Pierce assassina il CEO di Abstergo Entertainment, Olivier Garneau.
Avendo giocato con tutti i capitoli degli ultimi quindici anni di Ubisoft ho sempre pensato che finchè la barca andasse, fosse giusto lasciarla andare ma con oggi mi rendo conto che non è più il caso di Assassin’s Creed, in tutti i sensi.
Per quanto si è in crisi economica, dove le aziende stanno spremendo al meglio quel che hanno, nell’ultimo decennio si sta assistendo ad una forzatura di Ubisoft nei confronti del franchise di Assassin’s Creed proprio per il forte senso di longevità e flessibilità che vanta la saga ad oggi. È possibile usufruire di qualsiasi epoca storica o persino leggenda mitologica rendendo eclettica qualsiasi storia che si produca, basti proprio vedere il risultato di Origins e Odyssey, o meglio ancora quella che reputo la story line principale, ovvero la trilogia di Ezio Auditore con l’aggancio alla conclusione dell’arco narrativo di Desmond nel terzo capitolo.
Ubisoft in sintesi ha creato e tessuto una storia su un arco temporale millenario dall’enorme qualità narrativa con al centro la guerra tra assassini e templari, con una spruzzatina di prima civilizzazione quà e là, a piccole dosi per non consumare troppo l’alone di mistero ed enigma che ha sempre contraddistinto la serie.
Ma ora dopo tutte queste serie videoludiche, film, fumetti e libri quanto vale effettivamente andare avanti dopo che è sotto l’evidenza di tutti che ogni storia è quasi ferma a sè stante? Ci ritroviamo con Layla che, con tutto il rispetto per questo personaggio, non riesce ancora a rasentare lo spessore che possedeva un Desmond oppure un Ezio, ancor peggio un Connor e seguire non è servito a nulla l’arrivo d’impatto della prima civilizzazione in Origins e Odyssey, come se avessero provato a dare un maggior senso a tutto.
Con questo non voglio assolutamente dire che la qualità dei titoli sia di bassa lega e mal fatta, ma solamente forzata verso una ripetitività che neanche il fattore RPG inserito a partire da Origins stia effettivamente salvando il franchise da quella che ormai è una evidente mancanza emozionale che ha sempre contraddistinto la saga sin dai primi capitoli della serie. Con ieri è arrivato anche l’annuncio di Valhalla, i vichinghi e l’ambientazione nordica, che rientrerebbe nella trilogia prestabilita da Ubisoft con l’inizio di Origins, ma quello che mi domando è se sarà davvero la tanto attesa fine della lore di Assassin’s Creed oppure sarà l’ennesimo capitolo che si accoderà ai precedenti?
A molti potrei sembrare estremista e pessimista ma, avendoli giocati tutti, non posso che notare come la conclusione della storia non sia stata effettuata a dovere, concludendo quello che è stato l’arco narrativo di Giunone in ambito comics sulla serie Uprise ed il proseguo delle storie successive fine a loro stesse, incastonandole come meglio hanno potuto con la story line principale di Desmond rendendole auto conclusive. So bene che a molti può andar bene così ma da parte mia e di molti altri non è stato affatto corretta la produzione di tanti altri spin-off, dove per questo è stata sacrificata una conclusione memorabile di un franchise a favore di una sua maggiore longevità.
Non ci resta che attendere questo pomeriggio con l’appuntamento fissato alle 16.45 sui canali social della Ubisoft per la world premiere di Assassin’s Creed Vahlalla, potete sintonizzarvi tramite il frame Youtube qui sotto.